Alimentazione Ribelle
Alimentazione ribelle nasce nell’inverno del 2017 all’interno dell’esperienza autogestita del mercato BioFossalta dello spazio libertario Stella Nera. Gli scopi primari della rete sono stati fin da subito quelli di proporre un’alternativa concreta e praticabile alla grande distribuzione per poter aprire un percorso di autodeterminazione alimentare in città. Attraverso la creazione di mercati autogestiti, gruppi di acquisto e relazioni di diverso tipo sul territorio Modenese pensiamo si possa costruire un circuito sempre più vivo di scambio e solidarietà fra chi produce e chi consuma. Crediamo fermamente nella diffusione dell’autogestione come sistema di organizzazione paritaria dal basso. Abbiamo come unico strumento di decisione collettiva l’assemblea che permette a tutti/e di avere la stessa possibilità di esprimere la propria scelta e opinione, con la finalità di ottenere una decisione condivisa da tutti i presenti oppure la mediazione, arrivando a compromessi fra pareri discordanti.
Principi fondanti PF) AR è una realtà antirazzista, antisessista, antifascista e antiautoritaria, si riconosce nel metodo dell’assemblea paritaria per prendere decisioni e l’autogestione collettiva è il suo sistema organizzativo. AR vuole sviluppare comunità che a loro volta possano essere da innesco e propagazione di lotte anticapitaliste e internazionaliste aventi base comune l’autodeterminazione alimentare. Si vuole diffondere la pratica della piccola agricoltura biologica contadina e la lavorazione artigianale dei prodotti da essa derivati.
0) Si è scelto di utilizzare come nome “Alimentazione Ribelle“, per rendere chiari gli scopi finali. Sentiamo la reale necessità di sovvertire il sistema alimentare odierno, portando cibi e progetti liberi da ogni tipo di sfruttamento. Con il nostro lavoro quotidiano vogliamo costruire un’alternativa alla GDO (grande distribuzione organizzata) e alle multinazionali che per noi sono fra le diverse istituzioni da combattere e abolire. Le ribellioni nel correre del tempo hanno mutato la storia, per questo ci sembra uno scopo primario quello di innescare processi di cambiamento e rivoluzione dal basso.
1) Si è scelto di utilizzare il termine “rete” per definire letteralmente l’insieme di individui che compongono questa comunità, per far uscire il forte senso di unione di intenti e pratiche che vi sono alla base del progetto. Questo termine vuole anche trasmettere la volontà di apertura che abbiamo nei confronti di tutte le esperienze che vorranno entrare a farne parte. In tempi in cui la divisione imposta dall’alto porta ad un individualismo sfrenato noi scegliamo di andare nel senso opposto e unire le genti sotto percorsi e progetti comuni.
2) Questa rete nasce con l’obbiettivo primario di dare un alternativa reale agli odierni sistemi di distribuzione alimentare. Pensiamo che la grande distribuzione organizzata sia l’icona di un sistema folle, basato sullo sfruttamento dei popoli e la devastazione dei territori e del pianeta tutto. Vogliamo cambiare il nostro approccio quotidiano attraverso pratiche di produzione, trasformazione, scambio e consumo e diffonderlo nella maniera più estesa possibile.
3) Crediamo nella forza della riappropriazione dei sistemi di produzione, riportandoli a misura di individuo, in scala locale e con rispetto dei cicli stagionali della natura. Vogliamo incentivare la nascita e la sopravvivenza di realtà agricole comunitarie, in forma individuale o cooperativa. Pensiamo che questo possa liberare col tempo le terre su cui viviamo dalle grandi potenze agroindustriali. Riconosciamo nel rispetto e nell’accesso alla terra e ai suoi frutti un valore fondamentale per la libertà e l’uguaglianza delle persone.
4) Vediamo in ogni forma di lavorazione agricola e comunitaria un buon motivo per tessere relazioni all’interno della rete, per proporre così un organizzazione che possa portare a sviluppare progetti anticapitalisti e liberi da ogni tipo di potere autoritario. Possono aderire ad AR, produttori, trasformatori, co-produttori, attivisti e artigiani vari. Non vengono accettate individualità che non condividono i principi base di PF. In oltre AR è inserita nella rete nazionale di Genuino Clandestino e condivide pienamente il manifesto di suddetta realtà.
- a) Produttori – sono accettati i produttori che utilizzano come metodo di lavoro la coltivazione biologica, intesa come lavorazione che tutela la salute della terra, dell’ambiente e degli esseri viventi, escludendo fertilizzanti e pesticidi di sintesi, diserbanti ed organismi geneticamente modificati; che riduce al minimo l’emissione di gas serra, lo spreco d’acqua e la produzione di rifiuti, e che eliminano lo sfruttamento della manodopera. È necessario che le produzioni siano derivanti dal proprio lavoro e che siano il meno possibile frutto di dinamiche di sfruttamento dell’uomo sull’uomo, sugli animali e sulla terra. Ai produttori è consentito portare nei mercati trasformati dei propri prodotti lavorati da terzi che non appartengono alla rete di AR. E’ preferita la creazione di reti interne con trasformatori del circuito per creare sempre più rapporti di complicità e mutuo aiuto.
- b) Trasformatori – sono accettati i trasformatori che utilizzano come metodo la lavorazione di prodotti biologici, il più possibile locali e prodotti all’interno del circuito stesso, o delle reti con criteri condivisi. E’ preferita la trasformazione delle proprie produzioni, ma è comunque accettata la figura del trasformatore non produttore come parte integrante della costruzione di una comunità che lotta per l’autodeterminazione alimentare e l’autogestione. Ai fini di questa proposta, il ruolo del trasformatore è di vitale importanza per dare varietà e vivacità ai frutti del lavoro contadino e come reale alternativa alla GDO.
- c) Co-produttori – tutti possono essere partecipi della rete e accedere alle possibilità che vengono proposte tramite essa. Ad esempio nel caso dei mercati tutti possono acquistare purché ci sia una condivisione di base dei (principi fondanti) PF di AR.
- d) Attivisti – nelle varie forme di partecipazione è di fondamentale importanza la presenza di chi si spende in maniera attiva per la diffusione dei progetti della rete. Sono diversi i compiti che occorre suddividersi per garantire la vita della realtà e la presenza di attivisti è fondamentale. Essi possono non essere inseriti in nessuna delle tre categorie elencate sopra ma avere comunque accesso alla rete.
- e) Artigiani vari – per quanto possibile sarà utile riconoscere e rilanciare strade per il sostegno ad altre reti di questo tipo in altro campo, come per le lavorazioni artigianali di varia natura.
5) Non ci riconosciamo in nessuna certificazione istituzionale o burocratica, la nostra pratica di autocontrollo collettivo si ispira ai già diffusi sistemi di garanzia partecipata. Per garanzia partecipata intendiamo il metodo con cui collettivamente AR verifica il buon rispetto delle regole collettive di produzione agricola e trasformazione alimentare.Non si vuole istituire un organo di controllo dei vari lavoratori facenti parte della rete, ma un sistema condiviso, basato su fiducia e reciprocità di aiuto e miglioramento comune dei sistemi e metodi di lavorazione. Ciononostante , per entrare come realtà nella rete, verrà fatta una visita di verifica di tutto questo e in base al regolamento GP verranno accettate nuove esperienze nei mercati. Si cercherà di accogliere più realtà possibili convinti che l’unione comunitaria di più lavoratori e lavoratrici possa creare miglioramenti e crescita collettiva, lasciando la possibilità agli interessati di provvedere ad un adeguamento al regolamento GP. Le visite verranno ripetute periodicamente da un gruppo di produttori e co-produttori, anche attraverso iniziative pubbliche per permettere a tutti/e di tenere viva la trasparenza delle produzioni portate nei mercati.
6) AR non ha l’obbiettivo ultimo di diventare un ente di organizzazione di mercati, non si vogliono aggregare partecipazioni di realtà, unicamente per avere l’accesso alla vendita di prodotti. CI interessa creare luoghi di confronto e socialità, di scambio e lavoro comune su tematiche sociali e politiche. Possono essere molteplici i progetti diffusi come rete fra cui mercati, gruppi di acquisto solidale, cooperative autogestite, lotte territoriali, campagne di controinformazione, mense popolari, collettivizzazione di terreni, orti collettivi, spacci popolari, casse di mutuo soccorso ecc.
7) AR vuole sostenere i nuovi insediamenti agricoli e le nuove esperienze di lavorazione artigianale di prodotti agricoli.
8) Con la forza della partecipazione collettiva che legittima a sua volta il percorso che proponiamo si vuole dare più spazio possibile ad esperienze autogestite dal basso e non ancora interamente strutturate che in altri modi non avrebbero possibilità di sopravvivenza in questa società. Questa è la prima pratica che come nodo di genuino clandestino Modena già mettiamo in campo dalla nascita, per rivendicare il diritto per noi basilare di portare i propri prodotti e trasformati in città ribellandosi alle leggi imposte che difendono unicamente gli interessi delle grandi compagnie a spese della gente comune. Vogliamo dare a tutti/e la dignità di poter vivere del frutto del proprio lavoro all’interno delle comunità che creeremo.
9) Vogliamo tutelare il lavoro contadino dal basso poiché pensiamo possa custodire e difendere le terre dagli abusi del sistema capitalistico. Intendiamo tutelare il lavoro di trasformazione alimentare poiché pensiamo possa riprendere spazio nei confronti dei cibi derivanti da filiere di sfruttamento della grossa industria alimentare.
10) AR vuole rimettere l’attenzione sull’importanza di fare politica attraverso il cibo. Crediamo che si debba ripartire da questo per rivoluzionare la vita e la struttura sociale delle città e dei paesi in cui viviamo. Senza una vera libertà di autosostentamento alimentare siamo tutti totalmente ricattati dalle grosse potenze mondiali che controllano le nostre vite e dettano legge attraverso governi, finanza e industrie.
11) Non ci riconosciamo in nessuna istituzione, partito o associazione di qualsiasi categoria governativa e quindi non intendiamo subire alcuna imposizione calata dall’alto. Crediamo nella forza che gli individui uniti possono avere per rivendicare e cambiare le ingiustizie che ogni giorno avvengono.
12) Con la nostra proposta di produzione agricola e di trasformazione alimentare vogliamo diffondere la cultura del cibo sano per far stare bene le persone senza distinzione alcuna. Crediamo che tutti abbiano diritto ad un cibo sano indipendentemente dalle possibilità economiche. Quindi vorremo proporre progetti e percorsi per fare in modo che anche chi non ha soldi possa accedere a cibo sano, buono e locale.
13) Non vogliamo lasciare soli coi propri rischi i lavoratori nei campi, abbiamo intenzione di collettivizzare sempre più i rischi del produttore, con strumenti come casse di mutuo soccorso per sopperire a disastri meteo o naturali. Oppure proporre e alimentare percorsi di produzioni a rischio collettivo. Non si esclude la possibilità di offrire aiuto e supporto ad altre realtà della rete che si trovino in difficoltà, come per esempio ai trasformatori.
14) Intendiamo organizzare eventi politici e di controinformazione, laboratori di condivisione di arti e saperi per diffondere tutto ciò che sappiamo e pensiamo. La condivisone delle conoscenze per noi è un importante strumento che porta ad una diffusa ricchezza collettiva.
15) La rete vive attraverso le sottoscrizioni del 5% pervenute dalle vendite nei mercati o tramite i contributi liberi e volontari dei sostenitori. Si organizzano inoltre iniziative ed eventi di raccolta fondi. Tutte le pratiche portano ad un solo metodo di sostegno dell’esperienza ovvero l’autofinanziamento.